lunedì 30 novembre 2009

UNA BOTTA DI MALINCONIA



Now I been out in the desert,
just doin' my time
Searchin' through the dust,
lookin' for a sign
If there's a light up ahead
well brother I don't know
But I got this fever burnin' in my soul
Further on up the road
Further on up the road
Further on up the road
Further on up the road
One sunny morning
We’ll rise I know
And I’ll meet you further on up the road.

Bruce Springsteen, Further On Up the Road

Perdonatemi. Ho appena scritto la parola Fine sulla tavola 94 del numero 12 di Caravan. E la fine di ogni viaggio porta un po’ di malinconia.

11 commenti:

Marco Puglioli ha detto...

Ciao Michele,
grazie per Caravan. Ti scrivo innanzitutto come fan di Springsteen, anche se quando comprai il primo numero della serie non sapevo assolutamente l'origine di questa, e quindi del tuo attaccamento a Bruce. Sei riuscito a creare un gioiello, il fumetto incarna alla perfezione il mondo americano, il mondo del grande sogno, il mondo della filosofia della strada.
Si sente, si sente benissimo il tuo attaccamento a Springsteen, si sente non solo quando è esplicito (pagina 26 di America, America l'avrò riletta non so quante volte), ma anche nelle reazioni dei personaggi, nelle splendide biografie di uomini ai margini delle città che hai descritto.
Complimenti, complimenti ancora. Vorrei vedere Caravan ancora sugli scaffali per qualche anno, ma a quanto pare l'opera è terminata.
Se Bruce torna in Italia e se sarai in mezzo a noi folli delle prime file dimmelo, che ho più di una birra da offrirti.
Ciao!

Filippo ha detto...

Io ho appena finito di leggere il numero 1 e l'ho trovato magnifico. Complimenti! Come promesso ho recuperato gli arretrati e ho iniziato la lettura; al più presto mi porterò alla pari.
Siamo sicuri che sia proprio finita? Se il Grande Capo dovesse dirti che è stato un successo e deve cotinuare? E' una cosa possibile o è utopia?

Michele Medda ha detto...

Grazie, Marco.
Per quanto io adori Springsteen, per una curiosa serie di imprevisti non sono mai riuscito a vederlo "live". Chissà, magari la prossima volta è quella buona.

Filippo, Caravan non è programmata per continuare. Il viaggio dei Donati è proprio finito. La botta di malinconia non sarebbe stata tale se un seguito fosse stato non dico previsto, ma semplicemente possibile...

Marco Puglioli ha detto...

Assolutamente, ti faccio un in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri, per il concerto che vedrai (perchè Springsteen dal vivo deve essere visto, una volta nella vita :-)) e, ovviamente, per le vendite degli ultimi sei numeri della serie.
Inoltre, non è da tutti avere un blog e rispondere a ogni commento, ti rende molto onore.

Ciao! see you further on .. up the road!

Marco (18enne il 29 dic..!)

Marco ha detto...

Dietro un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare
Come del resto alla fine di un viaggio
C'è sempre un viaggio da ricominciare

La canzone di De Gregori ("Viaggi e miraggi") non è delle migliori. Ma il verso è bello. Vale per Caravan, vale per tutti noi. Sempre.
So long.

Filippo ha detto...

Ok. Sono solo al numero 2 e già mi dispiace sapere che con il 12 finirà tutto. La storia è molto coinvolgente, si instaura fin dall'inizio un rapporto empatico con i personaggi che (immagino) diventerà sempre più forte nel prosieguo. Si sente e si vede tutto il cuore che ci hai messo.

Michele Medda ha detto...

Marco, grazie della citazione. Conosco bene la canzone di De Gregori. Anni fa mi capitò di citarla, anche se "indirettamente", su Nathan Never, e qualche lettore colse la citazione.
Mi spiace un po' che invece nessuno abbia colto la citazione nascosta di Eugenio Finardi su Caravan numero 4. Ma in effetti "Musica ribelle" risale al 1976, e forse solo chi ha la mia età se la ricorda.

Marco ha detto...

Acc... la citazione di Finardi m'è sfuggita. Io purtroppo sono in "astinenza" da Caravan da ottobre: il n°6 non sono ancora riuscito a farmelo inviare qui in Francia. Vedi il vantaggio di noi lettori: abbiamo 6 mesi in più di godimento rispetto allo scrittore :)

Carlo ha detto...

Per questioni di tempo sono ancora a Caravan n°5, ma da "musicaro" che sono (anni '70 - Anni '80) ti ringrazio fin da subito per avere messo ideato questa mini-serie fondata tra musica e fumetto.

GRAZIE DAVVERO!!!

P.s. Anche se hai il sito, spero che concluso Caravan, continuerai ancora a scrivere le tue riflessioni e pensieri tramite il blog!!!

Michele Medda ha detto...

Carlo, grazie.

Gli anni settanta erano anni orribili, davvero plumbei, ma la musica italiana a quei tempi era davvero un'altra cosa. Aveva una dimensione etica che non vedo nella musica attuale. Ma il discorso sarebbe lungo, lasciamo stare.

Riguardo al blog: questo blog chiuderà col numero 12 di Caravan. Poi... poi si vedrà.

Pasquale ha detto...

Canto nomade per un prigioniero politico... ehehehe.
Come posso non essere d'accordo? i Banco sono uno dei miei gruppi preferiti! :-P