...la mia prima intervista su Fumo di China, in occasione dell'uscita di Nathan Never. Sul numero 175, ora in edicola, la mia seconda intervista (e la prima da "single", senza Serra e Vigna). Beh, non potete accusarmi di imperversare sulla carta come sul web.
Stavolta rispondo alle domande di Stefano Priarone. Si parla di Caravan e di altre cose (inevitabilmente, anche dei nerd del fumetto. Ormai sono un esperto dell'argomento :-)
Mi rendo conto del ritardo della segnalazione, ma per fortuna Michele Benevento, sul suo blog, è stato più tempista di me. Nell'articolo potete ammirare in anteprima anche alcune delle sue tavole per il numero 9 di Caravan.
6 commenti:
Pensa che quell'intervista la conservo ancora. All'epoca mi ero messo in testa di raccogliere tutto quello che usciva su Nathan, "a futura memoria".
Ricordo anche in un volumetto "fanzinaro" (Nathan Never. La fantascienza oggi), un tuo bell'intervento in cui raccontavidiverse cose sul mestiere dello sceneggiatore. credo fosse più o meno la stessa epoca... Il bello è che non ricordo più dove ho messo tutto sto' materiale...
Marco, anch'io speravo di raccogliere e conservare tutto quello che usciva su Nathan. Comprese le fanzines - Fumo di China in testa - che lo stroncarono puntualmente, e in particolare quella fanzine che scrisse, per chiudere la recensione (negativa) del numero 1: "Non crediamo che potrà avere un grosso successo". Diciamo che il rapporto del sottoscritto coi nerd del fumetto si è delineato chiaramente da subito. Il classico buongiorno che si vede dal mattino... :-)
Quello sulla critica del fumetto sarebbe un lungo discorso. Però, lo sai meglio di me, per esserci passato, alla base comunque c'è grande passione. questo non giustifica l'ignoranza e il pressappochismo, ma l'irruenza e la mancanza di misura a volte sì.
Marco, a volte la "critica" c'entra poco, se non come vago pretesto per sfogare ossessioni personali che sconfinano nel patologico. E "irruenza e mancanza di misura" sono eufemismi.
Ma forse è un vecchio vizio italiano:
"E spararono al cantautore/ in una notte di gioventù/ gli spararono per amore/ per non farlo cantare più/ gli spararono perché era bello/ ricordarselo com'era prima/ alternativo, autoridotto, fuori dall'ottica del sistema."
Cantava così Roberto Vecchioni nel caldissimo 1977. C'è qualcosa di malato nel rapporto del pubblico italiano con l'arte e gli artisti, e quel qualcosa non è mai guarito. Anzi, con internet forse è addirittura peggiorato.
Ormai le fanzine caratcee non ci sono più (o quasi). Per quanto riguarda il web, uso poco internet, anche per mancanza di tempo. Ma in tutta onestà, le fanzine online (come i forum) spesso sono in rotta di collisione con i miei gusti. E poi ci sono quasi delle "liturgie" internettiane. Ad esempio, non si può parlar male di Alan Moore. Se scrivi che non ti è piaciuto qualcosa del Sommo Fumettista, ti crocifiggono in sala mensa. E' come se un critico d'arte imponesse al mondo di apprezzare Picasso a prescindere, periodo blu e rosa inclusi. Senza ma, senza se. Picasso è Picasso. Punto. Devi avere fede.
Ma sto divagando...
In ogni caso, ecco una domanda che forse non ti hanno ancora posto: secondo te come dovrebbe essere fatta una buona fanzine oggi?
Antonio
Antonio, non ho nessuna pretesa di insegnare a un recensore come si recensisce un fumetto. Mai replicato a una recensione in tanti anni di professione, e spero di continuare così.
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