Lunedì 14 sarà in tutte le edicole, in allegato alla
Gazzetta dello Sport e al
Corriere della Sera, il volume 39 della collana
Super Eroi - Le Grandi Saghe, dedicato a
X-Campus (testi di Francesco Artibani e del sottoscritto), di cui abbiamo già parlato su questo blog. Sul sito uBC è pubblicata un'
anteprima.
8 commenti:
Letto ieri sera, molto carino.
L' unica cosa che mi ha lasciato un po' così è il fatto che in questa serie manca uno degli elementi principali degli X-Men, il continuo razzismo che subiscono.
Ciao Michele. Ho acquistato il volume oggi per curiosità e vedere come te la cavi con i comics americani.
In passato ho avuto la possibilità di vedere diversi tipi di sceneggiatura:
- Una di Sergio Bonelli realizzata con i "puntini che parlano"
- Una di Chiaverotti (Brendon) dove si poteva notare (essendo un fumetto seriale) la scarsita dei dettagli (se indichi di disegnare una Taverna della Grande Tenebra, non hai bisogno di ripetere i soliti dettagli perchè alla fine sono sempre i soliti)
- Una sceneggiatura "logorroica" di Berardi...
Quindi bene o male mi sono fatto un'idea di come si dovrebbe impostare una classica cella bonelliana con diversi metodi di sceneggiatura.
Ora la mia curiosità riguarda proprio le tavole dei Comics Americani... Noto in X-Campus che ci sono (come in tutti i comics) vignette sovrapposte, numero maggiore di vignette rispetto ai fumetti italiani e altri "fuori-regola" vari...
Volevo quindi chiederti un favore se puoi e se ti va...
Potresti dedicare un futuro post sul come "sceneggiare una tavola americana" o meglio ancora se ti è possibile postare una pagina di sceneggiatura per far capire a quelli come me un piccolo esempio su come si sceneggia un fumetto americano? Altrimenti saresti cosi gentili da fornirmi un link dove è possibile visionare delle sceneggiature per comics?
Grazie in anticipo!
Carlo, per quanto riguarda me, tecnicamente non c'è nessuna differenza tra sceneggiare fumetti bonelliani e fumetti non bonelliani. O meglio, la differenza è solo nella mia testa.
Con la tavola bonelliana - che ha la sua famosa "griglia fissa" - ho un'idea più precisa del risultato finale, e quindi indico le eventuali vignette doppie, le sequenze di tre vignette etc.
Con la tavola "americana" (che per me è anche quella di Monster Allergy), lascio che sia il disegnatore a scegliere quali vignette fare come lunghe, e se impostare la tavola su tre o su quattro strisce. A volte do indicazioni precise, ma che non sono mai assolute. Per intenderci, scrivo: "Io qui farei così, poi vedi tu se hai una soluzione migliore".
La tavola "all'americana" è più "affollata" (con una media di 7-8 vignette) ed è inutile imporre al disegnatore una griglia precisa, che rischia di funzionare soltanto nella tua testa. E' il disegnatore che disegna, è lui che alla fine ha sotto gli occhi l'equilibrio della tavola.
Credo di avere capito cosa intendi! Quindi al limite (non nel tuo caso, visto che dai libertà al disegnatore) un piccolo storyboard allegato con le vignette numerate potrebbe essere di "aiuto" al disegnatore. Grazie mille per la rispota!
Sì, sicuramente. Fermo restando che per mille motivi il disegnatore potrebbe trovare difficoltà a realizzare, che so, una vignetta lunga e sottile che a te sembra facile quando la scarabocchi.
Molto piacevole. Ci sarà un seguito?
Eh... non mi pare che Panini trasudi entusiasmo per questo volume. Non credo proprio che chiedano di proseguirlo...
Peccato, mi sarebbe piaciuto. :)
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