martedì 13 aprile 2010

IPSE DIXIT 4

Lascio che (le mie figlie, ndt) leggano tutto quello che a loro interessa leggere. Se l’argomento è proprio al di là della loro comprensione, si annoiano e smettono. Nell’eventualità che si imbattano in qualcosa che le sconcerta o le turba (e tra parentesi, è più facile che succeda con un quotidiano che con un albo a fumetti) allora faccio del mio meglio per spiegare l’origine del loro disagio o del loro stupore, con tutta l’onestà e la chiarezza di cui sono capace. (…)

La questione della responsabilità individuale è cruciale in questa situazione. Se un genitore non vuole che suo figlio non legga una certa pubblicazione o veda un certo film, allora dovrebbe semplicemente proibirlo, e affrontare le conseguenze che un veto provocherebbe. È un atto di codardia da parte del genitore aspettarsi che autori o editori stabiliscano le sue regole in fatto di morale.

Alan Moore, editoriale sul Comics Buyer Guide, 1987

6 commenti:

Acidshampoo ha detto...

Mi viene in mente, di rinterso, un'intervista a Michel Ocelot, cartoonist che amo molto. Diceva di non amare i cartoni della Pixar o della Dreamworks, perché tutto gli sembrava programmaticamente scritto per essere comprensibile dai bambini. Mentre lui diceva di non si porsi il problema: ci sono cose che i bambini capiscono, altre che non ti aspetteresti ma a cui possono comunque arrivare, altre ancora che comunque capiranno domani. Però, se li rispetti, non devi porti il problema di confezionare il "pasto perfetto" per loro.

Michele Medda ha detto...

Acid, sono certo che se Ocelot si trovasse a fare film con un investimento pari a quelli della Pixar e Dreamworks, si preoccuperebbe anche lui di farsi capire da ogni singolo bambino ai quattro angoli del mondo.

Posso permettermi anch'io di fare il puro se mi autoproduco Digitus Dei. Ma non se la SBE mi affida una serie.

E poi, non credo che Lasseter e soci non rispettino i bambini.

Acidshampoo ha detto...

Il contesto produttivo fa sempre la differenza, è chiaro. Però l'affermazione di Ocelot non era arrogante o cieca di fronte a questo. Era solo una sua constatazione. Non diceva che autoprodursi fosse la salvezza. A non potere disporre di budget decenti, i compromessi a cui scendere sono altrettanti.

Tito Faraci ha detto...

Come autore ho molti più problemi a farmi capire dagli adulti. Sinceramente. Non è una battuta.

Plumeo ha detto...

Personalmente trovo i film Pixar eccellenti ANCHE perché si fanno capire facilmente dai bambini, è lo stesso motivo per cui ho fatto vedere la serie di Heidi ai miei figli.

Nemo ha detto...

Stavolta mi sento di sottolineare il post di Michele parola per parola.

Solo una precisazione, che e' già stata toccata da altri commenti: il problema non e' l'influenza sui bambini, ma sugli adulti.
Ovvero sono questi ultimi a non distinguere cosa proibire da cosa permettere.