lunedì 5 aprile 2010

IPSE DIXIT 3

Gli scrittori sul palco di un festival, almeno per il pubblico in sala, sono perfettamente intercambiabili. Te ne stai là sopra e sai cosa si aspetta la gente da te: ha avuto la generosità di venire a sentire le tue pallose elucubrazioni, talvolta ha persino dovuto pagare il biglietto e ora vuole che tu gli serva qualche proclama imbelle. Pretende accorate predicazioni o generiche denunce. Vogliono che tu gli dica che il solo fatto di leggere qualche libro faccia di te e di loro persone migliori di tutte le altre. Vogliono sentirsi parte di un’élite intellettualmente e moralmente superiore.

Alessandro Piperno, Solitudine, elogio dell'artista nella torre d'avorio

8 commenti:

Acidshampoo ha detto...

Non è un pensiero del tutto sbagliato, per carità. Non conosco questo Alessandro Piperno.
Però il fatto che colui che ha la fortuna di stare su un palco abbia l'ansia di tracciare un identikit, più o meno impietoso, di quelli che dalla platea l'ammirano... beh, l'ho sempre trovato un atteggiamento tronfio e un po' patetico. Ad ognuna di quelle facce indistinte corrisponde una persona, fatta di carne e sangue. Una persona nella sua infinita complessità.

Michele Medda ha detto...

Acid, neanch'io conosco Piperno. Miss Wikipedia mi informa che è uno scrittore che ha pubblicato un saggio controverso su Proust e che ha vinto un Campiello.

Ma lo hai letto l'articolo linkato? Il succo del discorso è proprio che lo scrittore dovrebbe stare lontano dai palchi. E anche da internet. Questo Piperno non lo dice, ma lo aggiungo io.

Acidshampoo ha detto...

Sì, l'articolo completo dice cose piuttosto condivisibili. Non m'ha fatto impazzire quel passaggio però, il fatto di percepire il pubblico come un blob indistinto, da catalogare e archiviare con un paio di aggettivi.

and ha detto...

Anche io sono d'accordo. Cercando di scrivere pure io, mi sono accorto di una cosa strana girando per internet, ovvero del continuo scambio di lettere, non lettere, contributi, domande, risse verbali, analisi del testo, in maniera quasi istantanea, continua.

Questo mi fa molta paura.

nonimporta ha detto...

Secondo me quello che dice lo scrittore Alessandro Piperno è il risultato dello stare lontano dagli altri. I tempi sono cambiati e anche lo scrittore deve evolversi.

Michele Medda ha detto...

No, Green. L'esposizione mediatica, per gli scrittori, c'è sempre stata: Dumas, Wilde, Dickens, Verne, London, Twain erano famosi, e non rifuggivano dall'aspetto mondano e "presenzialista" della loro professione.

Ma internet ha elevato il fenomeno all'ennesima potenza, a livelli impensabili anche solo fino a vent'anni fa. E una riflessione si impone.

Il mio personalissimo punto di vista, poi, è che la misura dell'evoluzione di uno scrittore la dà la scrittura, non certo la capacità di adeguarsi a trend del proprio tempo.

nonimporta ha detto...

Ma grazie ad internet lo scrittore può parlare con i suoi lettori e magari avere dei feedback e molto altro. Non credo ci sia niente di male.

massic80 ha detto...

Esatto, concordo con travler. Ad esempio, mi fa piacere leggere e scrivere sul blog di Medda ;-) E non gli chiedo di dirmi che lui è un essere superiore, perché gli esseri superiori si notano senza bisogno di dirlo...