mercoledì 13 gennaio 2010

IPSE DIXIT 2


Cerco di darmi consistenza umana in quanto autore del lavoro, perché reputo indispensabile che il lettore comune capisca che queste cazzatine non sono giochi di prestigio; non si materializzano da sole su un PC; e non sono l'elaborazione collettiva di un comitato. Sono il difficile lavoro di una singola persona che si siede e digita su una tastiera.

Harlan Ellison, in un'intervista a Comic Books Resources

9 commenti:

Nemo ha detto...

Caro Michele, chiedo scusa in anticipo... visto che spesso prendo le tue difese a spada tratta... invece stavolta non capisco molto il post...
Ritengo che ogni lavoro debba essere rispettato, e che ogni lavoro ha le sue difficoltà. Non mi permetterei mai di dire ad un idraulico "e che ci vuole ad attaccare 2 tubi" come non dirò mai ad un disegnatore "cosa saranno mai 2 schizzi di inchiostro su un foglio di carta!"
Ma il contenuto del post (ed un po' anche il precedente di Altman) contrasta non poco con altre tue affermazioni precedenti.
Spesso dici che il fumetto non può essere visto come "Arte" pura, ma si deve considerare il mestiere e soprattutto le vendite.
Ora, chi lavora in un campo che prevede il giudizio del pubblico, non può evitare il confronto con la massa, e quando si dice massa bisogna accettare sia le persone che capiscono gli sforzi di un autore, sia quelli che, anche se capiscono, purtroppo non gliene può fregar di meno... il punto e' che entrambi valgono 1 copia venduta, sono esattamente paritari.
Quindi lavorare per il pubblico, comporta l'esposizione alla critica e ai dati di vendita.
Non si può essere orgogliosi di ricevere un premio, o di vendere un sacco di copie del proprio lavoro, ma non accettare critici negativi oppure qualche fan polemico o menefreghista.
Certo un idraulico ripara una tubazione, riceve dei soldi ed un giudizio da parte del padrone di casa... se fa male il lavoro torna a sistemarlo, oppure si cambia idraulico... insomma, non esiste esposizione pubblica (se non minima tramite il passaparola con il vicinato :D ).
Chi lavora nel cinema, nei fumetti, nella musica... insomma in un campo considerato artistico, non può sottrarsi alla critica da parte di esperti o da parte della massa, e ne deve accettare entrambi gli aspetti, non solo quelli positivi (sempre nei limiti dell'educazione).

Altrimenti si scrive un fumetto o una canzone per se stessi, senza mai presentarli ad un Editore per diffonderli... ;)

Scusa ancora se posso sembrarti polemico, in realtà e' che ci sono passato come autore di musica... e ad un certo punto ho capito che non si possono combattere certe battaglie, ma solo accettare la realtà dei fatti. Non posso andare da un mio fan a dirgli "ma lo sai che mazzo mi sono fatto per questo disco????". Lui potrà rispondermi che tutti si fanno il mazzo... ma il mio disco lo ha emozionato meno di quello di pinco pallino.

Quindi capisco benissimo quello che vuoi dire (eccome se lo capisco, ahimè) ma quando si parla di massa, non c'è da stupirsi.

Michele Medda ha detto...

Nemo, Ellison non parla del giudizio critico del pubblico su un'opera, ma del *pregiudizio* che circonda il lavoro creativo... di quella percezione che porta a non considerarlo affatto un lavoro.

Quando parlo con qualcuno che non conosce il mio lavoro cerco di parlarne - anche forzando un po' le cose - come se fosse un qualsiasi lavoro dipendente, sottoposto a revisioni, obblighi, scadenze. Altrimenti si avalla la percezione comune della creatività come non-lavoro.

E, dato che fai musica, ti invito a riascoltare "Money for nothing" dei Dire Straits o "Canta appress'a nuie" di Edoardo Bennato. Su You Tube le trovi tutt'e due, e parlano della stessa cosa di cui parla Ellison.

PS: il post precedente riguardava Aldrich, non Altman! Povero Aldrich, per tutta la vita lo confusero con l'autore di "MASH"!

Nemo ha detto...

Innanzitutto scusa per il lapsus Aldritch/Altman (perché poi mi sarà venuto in mente lui... boh...).

Dunque, capisco benissimo a cosa si riferisce Ellison. Ma quello che intendo io (anche se poi ho allargato il discorso) e' che un lavoro creativo genera un prodotto per il pubblico.
Questo pubblico non e' che non considera lavoro lo scrivere fumetti, ma diciamo che non gliene frega granché.

In altre parole la tubatura riparata dall'idraulico non deve versare acqua. Punto. C'è' un parametro di giudizio molto più semplice da individuare. E le persone che giudicano sono una o due....
Il lavoro creativo invece deve dare emozioni, indipendentemente da quanto tempo e fatica ci siano stati spesi. E in più si espone a un numero enorme di "giudicanti".

Non dico che ciò vada bene, ma e' la natura stessa del lavoro ad essere portato a certi pregiudizi, seppur sbagliati. Fai un lavoro per la massa, devi confrontarti con la massa, compresa la sua superficialità. All'idraulico non succede!
E la massa vuole emozioni, e purtroppo, in molti casi, non gli frega niente del lavoro che ci sta dietro...

Michele Medda ha detto...

Allarghiamo ancora di più il discorso, allora, e diciamo che "questi negri ci rubano il lavoro" e che "i romeni sono tutti ladri". Perché sì, è vero, sono pregiudizi sbagliati, ma esistono e la massa la pensa così, quindi cosa possiamo farci?

Quello che voglio dire, Nemo, è che nessuno di noi è responsabile di quello che pensano e dicono gli altri (la massa), ma tutti siamo responsabili di quello che pensiamo e di quello che diciamo.

In parole povere, ognuno di noi può scegliere un atteggiamento di fronte al pregiudizio (*qualunque* pregiudizio, che sia razziale, politico, estetico). Possiamo assecondarlo, possiamo rassegnarci ad esso, possiamo combatterlo.

Io concordo con Ellison, e sono per la terza ipotesi.

PS: Aldrich, non Aldritch! :-)

Nemo ha detto...

Ok, stavolta è stato un errore di battitura! Ehehehehe...

Comunque, non esageriamo! Proprio qui volevo arrivare. Non si può paragonare un pregiudizio come quello su un lavoro ad uno razziale... so che vuoi solo fare un esempio, ma nel caso di uno sceneggiatore ti assicuro che molti apprezzano il lavoro immenso che fate, e ve ne sono pure grati!
Poi c'è qualcuno che non lo fa, qualcuno che vuole solo il risultato... ed il vostro mestiere è esposto a questo! Insomma, non bisogna farne una tragedia come appunto negli altri casi da te elencati...

Sono indubbiamente dalla tua parte quando dici che non si può accettare gli atteggiamenti della massa... ma allora si torna in contrasto quando si parla di Arte come lavoro... cioè che bisogna vendere!
Allora mettiamo su tette e culi, e si impenna l'auditel!!!! ;)

Quindi, si segue la massa o la si contrasta??? Perché si può decidere da che parte stare. Quelli che dicono "i negri ci portano via il lavoro" sono la maggioranza in italia... sono la massa... ed hanno chi votare!!! Quindi, si può decidere di essere costui, che raccoglie il consenso (vende), oppure contrastare la massa e stare con la minoranza... ma entrambe le cose è quasi utopia, purtroppo... :(

Insomma, alla fine mi ritengo uno sempre contro la massa.. e certe volte mi sento il prurito quando la butti troppo sul lavorativo, perché ti ritengo un artista puro, e se leggo i fumetti è in gran parte grazie a te e alle emozioni che mi hai regalato...
Poi invece contrasti la massa... e allora mi confondi.. o forse mi conforti! :)

E quindi mi viene spontaneo stuzzicare un po'! :D

Ma devo dire, dopo le tue spiegazioni, che non avevo inteso fino in fondo le tue intenzioni..
Resta però valido il mio discorso in riferimento al post di Aldtman.. Altrich, Almanch, o come si chiama! :P
(Scherzo..)

Grazie comunque di perdere tempo a dibattere con me.

Michele Medda ha detto...

Nemo: "Non si può paragonare un pregiudizio come quello su un lavoro ad uno razziale..."
Perché no? Tra i due c'è solo una differenza di scala. Ma se vuoi affrontare una scala, in genere lo fai dal primo gradino...

Nemo ha detto...

*Perché no? Tra i due c'è solo una differenza di scala. Ma se vuoi affrontare una scala, in genere lo fai dal primo gradino...*

Per un motivo semplicissimo, e scusa la brutalità: tu fai un lavoro che ti piace fare, e scegli di continuare a farlo, compresi i lati negativi che cerchi di combattere (giustamente). Se un giorno pero' non sopporti più la cosa, hai sempre la possibilità di fare l'idraulico (ormai sono peggio di McCain! :D ).
Una persona che nasce con la pelle nera invece cosa può fare se non sopporta più il razzismo?
Quindi, tu scegli di affrontare la scala... loro sono obbligati a farlo!
Ed il punto e' che il pregiudizio da solo non e' una scala. Ma ci sono i vari pregiudizi (razziale, lavorativo, sessista, ecc..) che sono ognuno una scala diversa dall'altra. Quindi per me non sono la stessa cosa.

Mi e' venuto in mente anche un ulteriore pensiero, che non c'entra niente con il razzismo, ma lo aggiungo alla interessante chiacchierata. La differenza fondamentale tra il tuo lavoro e l'idraulico e' che quest'ultimo lo pago per ripararmi il tubo. Se non va bene torna a sistemarlo o addirittura posso chiedere un rimborso della cifra spesa.
Ma se il fumetto che acquisto non mi piace??? Certamente non posso farci niente... posso chiedere il rimborso se e' stampato male, ma quello e' il lavoro dello "stampatore".

Ecco perché' il tuo mestiere (che dio lo benedica) e' comunque un mestiere particolare, che tratta di concetti ed emozioni, difficilmente giudicabili se non in modo soggettivo.
Questo spesso porta a quelle situazioni delle quali tu, GIUSTAMENTE, ti lamenti...

Michele Medda ha detto...

"Una persona che nasce con la pelle nera invece cosa può fare se non sopporta più il razzismo?"

Se Rosa Louise Parks avesse pensato di non avere nessuna scelta, Obama sarebbe ancora a piantare cotone!

Poi: la differenza non è tra un idraulico e un fumettista, ma tra un lavoro materiale e un lavoro di concetto. Un fumettista non è tenuto a rimborsare i suoi lettori, vero, ma vale lo stesso per un professore (non puoi chiedergli il rimborso se le sue lezioni ti deludono), un avvocato (non puoi chiedergli il rimborso se perdi la causa), un pubblicitario (non puoi chiedergli un rimborso se la campagna pubblicitaria è un fallimento).
Ma nessuno sottolinea questo aspetto per i mestieri su elencati. Per il fumetto sì. Uhm. Sento puzza di pregiudizio... :-)

Nemo ha detto...

Ahahahah!!! Ma dai! :D
Si parla del tuo mestiere... e con esso accomunavo gli altri di concetto...
Alla fine tutti quelli di concetto portano a pregiudizi: i professori non hanno voglia di far niente, gli avvocati prendono un sacco di soldi per torchiare la gente, per non parlare dei notai... e via dicendo! ;)
E' esattamente quello che volevo dire, il lavoro di concetto porta a queste situazioni (ripeto: sbagliate! E sono il primo a difendere il lavoro degli autori... basta che dai un'occhiata al forum di Nathan Never! :) ).

Ma sul razzismo non ci siamo capiti.. ho solo spiegato dove stavano le differenze... non ti divertire a farmi passare per quello "non combattente"! :)
Lunga vita alla Parks e ad Obama!

Ed infatti lei e' un esempio di chi NON si e' arreso... ma chi invece lo ha fatto (e ce ne sono) quale altra scelta potrebbe avere?
Sempre in modo brutale: tu puoi, in caso estremo, andare a riparare i tubi, e cosi' non avrai piu' a che fare con i "nerd" e tutti i suoi pregiudizi... ma se una persona di colore si mette a fare l'idraulico non cambia il colore della propria pelle...
Quindi la differenza e' che TU hai una via d'uscita, certamente dolorosa, loro invece no! O reagiscono (e la Parks e' uno degli esempi), oppure??? ;)

Ma alla fine questo che c'entra con il post??? :O
:P