sabato 17 ottobre 2009

LE PARTI E IL TUTTO

Nell’introduzione all’edizione integrale dell’Ombra dello Scorpione (The Stand) Stephen King spiega il perché della nuova versione del libro. Rispetto al dattiloscritto originale, la prima edizione aveva circa quattrocento pagine in meno. La casa editrice aveva deciso il taglio perché pubblicando integralmente il libro il prezzo di copertina sarebbe stato superiore a 12,95 dollari. Troppo per le tasche dei lettori, secondo l'ufficio marketing.

Fu chiesto a King di accorciare il romanzo, e lui eseguì. Ovviamente a malincuore, cercando di tagliare alcune parti “superflue”.

Per spiegare la propria insistenza nel pubblicare l’edizione integrale del romanzo, King fa un esempio. Racconta in poche righe la storia di Hansel e Gretel, la fiaba tedesca resa celebre dai fratelli Grimm. La riporto qui, precisando doverosamente che la traduzione è di Bruno Amato e Adriana Dell’Orto.

Hansel e Gretel erano due bambini con un buon padre e una buona madre. La buona madre morì e il padre si risposò con una donna cattivissima. Questa vipera avrebbe voluto che i bambini si togliessero dai piedi per avere più denaro da spendere per sé. Impose al marito, fiacco e rimbambito, di portare Hansel e Gretel nella foresta e di ucciderli. All’ultimo momento il padre dei ragazzi si perse d’animo e permise loro di vivere in modo da morire di fame nella foresta, invece di trovare una morte rapida e pietosa sotto la lama del suo coltello. Girovagando, i due si imbatterono in una casa fatta di pan di zucchero. Ci viveva una strega cannibale che li ingabbiò, informandoli che quando sarebbero diventati belli grassi se li sarebbe mangiati. Ma i ragazzi ebbero la meglio su di lei e Hansel la ficcò nel forno. Trovarono il tesoro della strega e anche una mappa, perché alla fine ritornarono a casa. Quando vi giunsero, papà mise alla porta la vipera a calci nel sedere e vissero per sempre felici e contenti.

King dice che questa versione short della fiaba è “una schifezza (…) come una Cadillac con le cromature squamate e la vernice scorticata fino al metallo”.

Cosa manca? Per esempio, un dettaglio macabro: la donna chiede al marito di portarle i cuori dei due bambini come prova dell’esecuzione, e il marito le porta i cuori di due conigli. E manca anche il dettaglio delle briciole di pane. Hansel, avveduto, cammin facendo sbriciola una pagnotta per segnare il cammino, ma gli uccelli beccano le briciole, impedendo così a lui e Gretel di ritrovare la strada di casa.

Entrambi questi episodi sono superflui – la short version è perfettamente comprensibile anche senza di essi – ma, dice King, contribuiscono comunque alla trama. “Sono grandi e magici elementi di narrazione, trasformano quella che sarebbe potuta essere una storia qualunque in un racconto che affascina e terrorizza i lettori da più di un secolo”.

King dice che in un buon racconto l’intero è più della somma delle singole parti. Ciò significa che una piccola parte può contribuire al tutto in maniera non matematica, e ciononostante fondamentale. Ed ecco perché lo scrittore ha voluto che L'ombra dello scorpione uscisse in edizione integrale.

C’è un risvolto interessante, comunque, nell’operazione compiuta da King (che presenta analogie con la “ricostruzione” di Blade Runner da parte di Ridley Scott): al momento di eseguire i tagli per la prima edizione King taglia tutto ciò che ritiene “superfluo” o comunque non troppo importante per la trama, come la parte relativa all’assassino che si fa chiamare The Kid. Ma, al momento di reintegrare le parti tagliate nella seconda edizione, King non reintegra tutto. E anzi, dice con grande sincerità che alcune di quelle parti meritavano di essere tagliate.

La narrativa non è una scienza esatta.

Purtroppo o per fortuna.

7 commenti:

Marco ha detto...

Leggendo mi sono venute un paio di curiosità. Immagino che per uno sceneggiatore (di lungo corso) come te, che conosce ormai bene la macchina narrativa, il problema sia più limitato.
Ma ti capita mai di "buttare" scene o dialoghi belli, perché non sei riuscito a "metterli dentro" ai ritmi della storia?
E la cosa varia se scrivi un bonelliano (94 tavole) o, non so, una cosa come Kylion, dove hai meno vignette a disposizione?
grazie in anticipo!

Michele Medda ha detto...

Succede, sì. Da poco ho buttato un dialogo tra Davide e il sindaco Banks (nel numero 12). Mi piaceva, ma rallentava troppo la storia.

Quanto a Kylion, in realtà Kylion (come Monster Allergy e Lys) non è molto più breve di un albo bonelliano, perché la media è di 6-7 vignette a pagina. A naso, dovrebbe essere l'equivalente di 65-70 tavole bonelliane. Quindi alla fine il ritmo non è molto diverso.

Filippo ha detto...

Assolutamente d'accordo con King. "La narrativa non è una scienza esatta" (per fortuna!) è una perfetta sintesi di quanto hai esposto.

RaSca ha detto...

La prima parte della prefazione de "L'ombra dello scorpione", che data la sua mole e la mia poca predisposizione per i romanzi lunghi mi aveva sempre tenuto lontano, è stata la cosa che mi ha convinto a tuffarmi nella lettura.
Certo l'onestà di uno scrittore che spiega le ragioni della seconda edizione e pro e contro per i lettori vale parecchio, ma è la chiusura che mostra tutta la genialità di King: "...Parleremo meglio dietro l'angolo. Al buio.".
Spettacolare.

Anonimo ha detto...

signor Michele Medda lei e' un grande.secondo me sta lasciando delle briciole...dopo questo suo post e quello precedente: strutture, il suo Caravan secondo me riserbera' delle sorprese straordinarie...e per questo acquistero' tutta la serie! buon lavoro

Michele Medda ha detto...

Caro anonimo, grazie del "signor" (un po' troppo formale, qui ci diamo tranquillamente del tu), e grazie della fiducia. Non posso garantire sulla "straordinarietà" delle sorprese, ma spero che il seguito di Caravan qualche sorpresa "normale" la riservi.

gianluca ha detto...

Ho comprato quell'edizione dell'ombra dello scorpione proprio la settimana scorsa (avevo letto l'originale in biblioteca diversi anni fa e volevo comprarne una copia da coservare). La prefazione l'ho letta a casa e mi ha fatto solo piacere: una caratteristica di King che amo è che sa tratteggiare le personalità in maniera formidabile... che è anche il motivo per cui apprezzo te così tanto, Michele!