mercoledì 8 luglio 2009

INCONTRO CON STEFANO RAFFAELE


Come forse saprete, il disegnatore del numero 2 di Caravan, Il ribelle, è Stefano Raffaele.

Quello che non sapete è che Stefano Raffaele ha abitato in Sardegna per qualche tempo, e che lui e io ci siamo visti una sola volta, nel 2000 o giù di lì, grazie ad amici comuni. In quell’occasione (non so più quale evento in una libreria di Cagliari) abbiamo fatto una lunga conversazione che riporto qui per intero.

– Ah, Stefano Raffaele! Piacere, sono Michele Medda.
– Piacere.

Dopodiché non ci siamo più visti né sentiti per anni.

Io sono arrivato a Milano mentre lui ed Elena la lasciavano, trasferendosi in un posto più piccolo e più vivibile. Qualche anno fa ci siamo incontrati in redazione alla Sergio Bonelli Editore e abbiamo conversato sul serio, con un certo imbarazzo da parte mia. Infatti professionalmente lui conosceva me, ma io non conoscevo lui.

Lo ricordavo ancora come “quello di Arkhain”, ma ignoravo che avesse un lunghissimo curriculum “americano” e che lavorasse per la Francia col quotatissimo Christophe Bec. Sarà per questo - l'ho scoperto solo lavorandoci insieme - che Stefano ha un approccio al lavoro che pochi fumettisti hanno in Italia: preciso, puntuale, e scevro da elucubrazioni intellettuali sul Segno.

È uno di quei disegnatori che hanno una bravura “invisibile”. Di quelli che non cercano l’enfasi a tutti i costi, ma mettono il racconto prima di tutto. Nelle tavole del Ribelle basterebbe guardare come sono disegnate le auto per vedere quale impegno meticoloso mette nel suo lavoro. Ma troverete molto di più. Leggendo le scene di dialogo – specie tra Davide e Jolene – potrete notare l’estrema naturalezza degli sguardi e dei gesti dei personaggi. Se pensate che una simile espressività sia cosa di tutti i giorni, vuol dire che di fumetti ne avete letto davvero pochi.

Il ribelle è il debutto di Stefano sul formato “popolare”, ben diverso da quello grande degli albi cartonati francesi. Confrontandolo con i suoi lavori precedenti, noterete come nell’arco delle novantaquattro tavole il tratto acquista gradualmente una nuova sintesi, ma senza che il disegno perda volume e incisività.

Se vi piacerà Il ribelle potete recuperare i due volumi di Fragile, love story "zombesca" che Stefano ha scritto e disegnato nel 2003 per Les Humanoides Associés. La Saldapress la propone finalmente qui in Italia.

E infine, se volete saperne di più potete dare un’occhiata al suo blog (il link è nella colonna a destra) o, perché no, incontrarlo di persona sabato 11, alla fumetteria ComiXrevolution di Bergamo, dove parlerà di Fragile e del suo lavoro su Caravan. Nel caso, mi raccomando: siate più loquaci del sottoscritto.

PS di aggiornamento: come potete leggere nei commenti, a Bergamo probabilmente sarà presente anche Werner Maresta, disegnatore del numero 4, La storia di Carrie.

12 commenti:

Werner Maresta ha detto...

Caso vuole che sabato sia anch'io di passaggio a Bergamo, quindi non mi farò mancare questo appuntamento.
Chi ci sarà prenderà i classici due piccioni con una fava!
Va beh, un piccione e uno stornello, via... ;)

Acidshampoo ha detto...

Conoscevo Stefano Raffaele per Arkhain, l'unica miniserie non bonelliana di formato bonelliano che ad oggi mi sia piaciuta, insieme al più recente David Murphy, sempre della Panini.
Ricordo che anche in quei quattro numeri si percepiva un tratto in evoluzione, che guadagnava asciuttezza tavola dopo tavola. Sono curioso di ritrovarlo dopo tutti questi anni.

Anonimo ha detto...

mi volevo complimentare con tutti i creatori di questa serie... ero indeciso se comprare il primo numero, ma dopo averlo preso sono rimasto stregato!

Vernè ha detto...

Ho veramente amirato i disegni di Stefano. Non spigolosi come ce ne sono troppi in giro, ma rotondi, morbidi, semplici e senza troppi fronzoli. Vedendo poi le tavole,tramite il link, di Fragile, sono rimasto stupito di fronte alla complessità delle illustrazioni ed alla componente orrorifica stupendamente rappresentata. Stupito proprio per la differenza con questo "Il ribelle". Grande capacità quindi di adattamento alla story ed alla sua ambientazione. Lo vedrei bene a disegnare Nathan Never! (Michele pensaci tu...)

AndreaP ha detto...

Il debutto di Stefano sul formato "popolare" ??

Ma Stefano Raffaele non aveva iniziato proprio disegnando uno dei primi numeri di Lazarus Ledd?

Michele Medda ha detto...

Hai perfettamente ragione, AndreaP, è un mio errore.

Come dico anche nel post, ho un ricordo vago degli esordi di Stefano, e il suo Lazarus non mi era venuto in mente.

Nota però che lui stesso ha letto il post e non mi ha corretto, dato che considera "Il ribelle" come una "prima volta", forse anche giustamente. Un conto è affrontare un albo di 94 pagine da disegnatore acerbo; lo affronti con giovanile incoscienza, come affronteresti qualsiasi altro lavoro.

Altro conto è affrontare il formato bonelliano da professionista, dopo quindici anni di esperienze di tutt'altro tipo, su formati molto diversi e con il colore. Devi ripensare l'approccio e modificare un segno già "sedimentato".

Non è una cosa facile, ma lui c'è riuscito benissimo.

AndreaP ha detto...

Infatti anch'io non ricordavo molto bene la cosa, sono passati davvero un sacco di anni. Mi sovviene anche una miniserie supereroistica scritta sempre da Capone (forse il potere e la gloria?!?), ma credo che quella fosse già in formato comic book.

In effetti vedere come un autore possa evolversi nel corso degli anni è davvero impressionante, i miei complimenti a S. Raffaele, in quelle prime prove il suo stile pur già interessante risentiva tantissimo dell'input "jim lee" :)

Come nota a margine posso dire che "Caravan" è il mio ritorno alle letture Bonelli dopo anni di rifiuto: pur ritrovando ancora alcuni particolari sulla "struttura" dell'albo che mi avevano fatto desistere all'epoca (evidentemente certi modi narrativi non sono proprio nelle mie corde) ne ho apprezzato la novità e il ritmo, ancor più nel secondo episodio rispetto al primo, che non mi aveva convinto proprio tantissimo. Sarò "dei vostri" fino alla conclusione, perché la vicenda davvero m'incuriosisce e intriga.

Grazie della risposta, Michele.

pablo ha detto...

Finito ora il secondo numero. Mi è piaciuto molto, trovo che la serie si discosti dal resto della produzione bonelliana per un qualcosa che ancora non sono riuscito a capire, forse è legato al ritmo, forse al fatto di essere una storia corale. Quando lo scopro ve lo faccio sapere.
Un solo appunto riguarda i cellulari che non funzionano per tutta la storia, tranne una volta, senza ragione, ma magari è voluto.
Vabbè, non voglio fare le pulci alla serie, me la godo e basta. Stefano Raffaele è straordinario, non lo conoscevo, se non per Lazarus Ledd. Andrò sicuramente a recuperare qualche suo lavoro.
A presto!

Pablo

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Il mistico incontro avvenne nell'altrettanto mistica (e mai abbastanza rimpianta) libreria-caffè "Città di K" in occasione del lancio del fu mistico sito Ultrazine.
Sono bei (e mistici) ricordi :)

Michele Medda ha detto...

"Mai abbastanza rimpianta" significa che non c'è più?

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

Già. Ha chiuso un paio d'anni dopo, purtroppo :-(

smoky man ha detto...

ciao Michele. confermo quello che dice il Lo Bianco sul mistico ricordo! :) Raffaele ha fatto un lavoro ottimo e la tua nuova miniserie si legge che è un piacere. Well done!:)
Ci si vede prossimamente a Kasteddu?

abbracci fumosi calaritani
smok! :)