martedì 7 luglio 2009

GET YOUR MOTOR RUNNING!

Nel numero 2 di Caravan si parlerà di Easy Rider. Sono sicuro che se non avete visto questo film l’avrete almeno almeno sentito nominare, proprio come Davide Donati.
E se l’avete visto e volete saperne di più vi consiglio di leggere il bellissimo libro di Peter Biskind Easy Riders, Raging Bulls.

Biskind racconta la storia della generazione hollywoodiana dei baby boomers, quella emersa agli inizi degli anni settanta. Per intenderci, quella di Spielberg, Coppola, Friedkin, Scorsese. Easy Riders Raging Bulls è un racconto straordinario di grandi speranze e grandi frustrazioni, intrecci inestricabili fra arte e mercato, talenti esplosi e talenti implosi.

Ma intendiamoci, non si rimane sul livello aneddotico (anche se avrete modo di sapere cosa combinava in gioventù Jennifer Salt, oggi produttrice di Nip/Tuck). Partendo proprio da una frase di Easy Rider (“We blew it”, “Abbiamo toppato”), Biskind propone una lettura in chiave edipica della (mancata) rivoluzione hollywoodiana su cui Guerre Stellari pose l’epitaffio nel 1977. Rivoluzione di cui Easy Rider, girato nel 1968, uscito nel 1969, sembrava porre le premesse.

A rivederlo oggi il film scritto, diretto e interpretato da Peter Fonda e Dennis Hopper appare quasi come un reperto archeologico, con la sua lentezza esasperante, con i suoi incredibili stacchi “a intermittenza” (bisogna vederlo per rendersi conto), con la sua narrazione on the road che procede per accumulo, senza meta proprio come i suoi protagonisti.

Ciononostante – o forse proprio per questo – Easy Rider mantiene la sua statura di film mitico, straordinaria epopea di perdenti suggellata dalle note della dylaniana It’s Alright Ma cantata da Roger McGuinn. E per chi scrive resta indelebile il ricordo di quei paesaggi che si srotolavano davanti agli occhi al suono di una musica che era già leggenda, aprendo le pareti di un piccolo cinema sugli orizzonti infiniti dell’America.

14 commenti:

Vernè ha detto...

UAUHHHHHH !!!
Il mio mito.
L'ho visto per la prima volta quando ero militare, a Bergamo, in compagnia di due miei cari "compagni d'arme". Erano i primi mesi del 1970, ciò ti dimostra la mia non più verde età..., e rimasi folgorato da quelle riprese dei fantastici luoghi e dalle musiche che accompagnavano la cavalcata dei due motociclisti.
Ed ora, nel vedere l'anteprima della vignetta che farà parte del numero due... mi si è allargato il cuore!
Grandissimo Michele, cultore anche dei miei miti.
Perchè non è già giovedì????....

Acidshampoo ha detto...

Lo vidi a quindici anni, quando dettero la videocassetta come supplemento a L'Unità. Mi colpì e in qualche modo mi traghettò verso i film della gloriosa New Hollywood (quella dei Malick, dei Coppola e degli Scorsese). Sono curiosissimo di ritrovare quelle suggestioni in Caravan.
Quanto a storie di bikers, non so se Medda hai visto la prima stagione di Sons Of Anarchy (per il canale FX, lo stesso dell'inarrivabile Nip/Tuck). C'è qualcuno che l'ha paragonata a Easy Rider, ma io trovo che sia tutt'altro. Una serie inutilmente cazzuta e maledettista un tanto al kilo. Veramente patetica.

Michele Medda ha detto...

Vernè, pensa che anch'io ho visto Easy Rider alla tua età... circa dieci anni dopo, però! E proprio per un fatto "di età" credo che apprezzerai il finale di "Il ribelle". Di più non dico... ;-)

Acid, mi spiace che tu non abbia visto Easy Rider al cinema, sul grande schermo. Credimi, a dispetto di tutto quello che si ingurgitarono Hopper e soci (o proprio per quello?) durante la travagliata lavorazione, il film è a momenti puro Cinema, esperienza visiva come poche.

Quando quindici anni li avevo io, invece, pensa te: era la Rai che ci fece conoscere "L'altra Hollywood", con un memorabile ciclo su Rai 2 che comprendeva "Alice's Restaurant", "Fragole e sangue", "America, America dove vai?","Diario di una casalinga inquieta" e altri titoli rari e interessanti. Altra tivù rispetto a quella di oggi, eh?

Di "Sons of Anarchy" ho visto un paio di puntate, e concordo: maledettismo posticcio. Sono un grande ammiratore del lavoro di Kurt Sutter in The Shield, ma SoA la trovo davvero irritante.
Tuttavia, ho letto da qualche parte che sta andando molto bene. Segno che siamo noialtri a non capire niente, Acid.

Vernè ha detto...

Quando quindici anni li avevo io, invece, pensa te: era la Rai che ci fece conoscere "L'altra Hollywood", con un memorabile ciclo su Rai 2 che comprendeva "Alice's Restaurant", "Fragole e sangue", "America, America dove vai?","Diario di una casalinga inquieta" e altri titoli rari e interessanti. Altra tivù rispetto a quella di oggi, eh?


Accidenti a te Michele...
Mi ricordo anch'io e di "Fragole e sangue" pensai, allora, "Ma come hanno fatto a tenerci nascosto fino ad ora questo capolavoro?". Mitico con le canzoni di Neil Young a scandire la contestazione giovanile.
Veramente altri tempi televisivi. La RAI non era condizionata dal ciarpame delle televisioni pubblicitarie...
Mi ha commosso questo tuo commento!
Sarà, purtroppo..., l'età! Ma di tuo ci hai messo tanto!

Nemo ha detto...

Caro Michele... non dirmi che sei un "fan" di The Shield... perché già sei un mio mito, se poi scopro che ti piace quella che per me è la miglior serie televisiva mai vista, allora si arriva alla venerazione! :)

Michele Medda ha detto...

Nemo, sì, mi piace molto The Shield, anche se ho delle riserve su alcune cose schifose davvero gratuite, messe lì solo per amore dello shock. Però nell'insieme è una gran bella serie, con un grande cast e alcune performance stellari, come quella di Forest Whitaker.

[emo] ha detto...

Ciao Michele,

spero che l'OT non infastidisca, nel caso cassa tranquillamente il mio intervento, ma da amante di The shield mi incuriosirebbe molto sapere quali riserve nutri sulla serie.

Salutoni,
emo

Michele Medda ha detto...

Ciao, Emiliano L.!

Non posso dilungarmi, comunque, in breve:

alla luce di quello che viene dopo (Vic buon papà, Vic che aiuta la prostituta, Vic marito pentito, Vic che si preoccupa dei suoi uomini prima che di sé) trovo eccessivo il finale del primo episodio. Uno che arriva a fare una cosa del genere non può farsi tanti scrupoli dopo. E' una linea che una volta varcata non permette di tornare indietro. Capisco che si cercava l'effetto shock, ma per me non regge proprio.

Poi: la trasformazione del personaggio che viene stuprato (non dico chi è, così evito gli spoiler), e soprattutto la reazione di sua moglie, davvero inverosimile. Quel subplot lì l'ho trovato proprio tremendo.

Anche la scena del gatto potevano risparmiarsela (mi è sembrato che perfino Jay Karnes non fosse molto convinto); trovata-shock banalotta, e anche questa poco verosimile se si guarda alla caratterizzazione complessiva di Dutch, che non è certo uno spostato.

Detto ciò, ribadisco: comunque grande serie con momenti travolgenti, e se dovessi elencare le cose che ho apprezzato - a cominciare da Catherine Dent - non la finirei più, quindi chiudo qui l'OT!

Acidshampoo ha detto...

In effetti Sons Of Anarchy sta andando benone, tanto che fu commissionata una seconda stagione già dopo pochi episodi della prima. E c'è un'altra cosa che mi fa avercela a morte con questa serie, ed è il fatto di aver rubato il posto a Pretty Handsome, quella che doveva essere la nuova creatura del per me immenso Ryan Murphy (Popular, Nip/Tuck). E' la storia di un ginecologo quarantenne, sposato, con figli e in una posizione sociale privilegiata, che da sempre si è sentito una donna ingabbiata in un corpo da uomo. Un giorno, decide di confessare tutto alla moglie. Doveva essere una serie in cinque stagioni, che avrebbero raccontato la metamorfosi del protagonista da uomo a donna. Il canale FX commissionò le puntate pilota di Pretty Handsome e di Sons Of Anarchy, poi promosse solo la seconda a serie completa. Il pre-air della prima di Pretty Handsome è reperibile in rete ed è a dir poco bellissima. Mi ci mangio le mani. Michele te la consiglio.

Nemo ha detto...

Ciao Michele,
scusa se tocco nuovamente (e velocemente) l'argomento The Shield.
Ho trovato molto interessanti le tue analisi, e le ho inserite (spero non ti dispiaccia) nel Forum Di Nathan Never, nella discussione su The Shield ovviamente....
Ho pure inserito i miei commenti (non mi sembrava il caso qui...).
Se vuoi dargli un'occhiata puoi leggere il tutto qui: http://nathannever.forumfree.net/?t=22125147&st=15#lastpost

Grazie e scusa nuovamente la divagazione.

Vernè ha detto...

Preso stamani, "Il ribelle".
Sono rimasto incollato tutto il pomeriggio davanti a questa "favola" per adulti...
Troppo intrigante!
Per chi ha amato ed ama "Easy Rider": è un sublime tributo a quel film capostipite e capolavoro.
Non mi dilungo troppo nel considerare tutte le citazioni possibili , dico solo che ne sono rimasto affascinato.
Quel finale , poi...., da brivido , anche per i ricordi ,di rimando, al Dennis Hopper delle scene terminali del film!
Michele, ringraziarti per queste emozioni che ci hai regalato è il minimo che possiamo fare!

Delirium Esc ha detto...

Ottimo, ottimo!

Ammetto che il primo numero non mi aveva convinto granché, anche se faceva presagire un buon sviluppo delle cose, ma questo "Ribelle" è stato molto soddisfacente sotto tutti i punti di vista!
Nel primo numero non mi era piaciuta la sottotrama che mal si sposava col resto (parere personale, naturalmente), in questo secondo albo invece tutte le parti narrative sono perfettamente amalgamate! Ripeto: un ottimo albo!

Volevo fare una domanda a Michele: credo sia più o meno chiaro che l'esodo sia una sorta di stratagemma narrativo per poter narrare delle persone che lo devono affrontare e dei loro problemi di persone comuni dinanzi a cose che non comuni.
Chiarito ciò (correggetemi se sbaglio) volevo chiederti: quanto peserà nell'economia della serie lo strano fenomeno meteorologico? Sarà relegato per tutto il resto della serie al ruolo di "stratagemma" di cui sopra o rivestirà sempre più un ruolo importante?
Mi fermo qui perché non voglio anticipazioni, voglio godermi appieno tutta la serie!

Un saluto e complimenti ancora per l'ottimo numero!

Michele Medda ha detto...

Grazie dei complimenti, Delirium. Sulle "nuvole strane" non vorrei anticipare niente, ma è ovvio che del mistero se ne riparlerà a fine serie.

Ho già detto nelle interviste che Caravan non è una serie basata sul mistero delle nuvole (come Volto Nascosto non era basata sul mistero dell'identità del guerriero).

Sarebbe assurdo imperniare una serie che dura più di un anno su un punto interrogativo da sciogliere nel finale (possibilmente con un epilogo "a sorpresa"). Trovo già irritanti film strutturati in questo modo (come quelli di Shyamalan), figurarsi una storia che dura mesi e mesi.

E' chiaro che se scrivi mille e passa pagine ci deve essere qualcosa di più che una "sorpresa" alla fine... e suppongo che anche chi queste mille pagine le legge pensi la stessa cosa!

Pasquale ha detto...

Letto anch'io e... complimentoni di nuovo! :D A questo aggiungo che, sebbene io abbia 21 anni, ho visto, apprezzato e amato Easy Rider, quindi non potevo chiedere altro! Avete un nuovo membro sulla carovana! :p