venerdì 15 maggio 2009

SCELTE

Mi hanno chiesto “come si fa a scegliere l’impostazione di un numero 1? Il primo numero di una serie è sempre delicato, è fondamentale…”

Premesso che scrivere Il cielo su Nest Point non è stato esattamente una passeggiata, non posso dire nemmeno che sia stato come scalare una montagna a mani nude (e posso tranquillamente affermare che certe sceneggiature di Nathan Never mi sono costate molta più fatica).

Raccontare significa sempre scegliere, a ogni passo. Qualunque cosa tu scriva. Se scrivi un fumetto, devi fare una scelta per ogni vignetta, letteralmente. Anche un dialogo fatto di due battute, un semplice botta e risposta, comporta una scelta fra diverse possibilità.

A dirlo così suona un po’ banale. E forse lo è. Ma provate a farlo, e la cosa non vi sembrerà così banale.

Supponiamo di avere un dialogo tra due personaggi, Dan e Jenny. I due sono amici e stanno viaggiando in auto. Bene, dobbiamo far dire a Dan lui e la sua ragazza, Sandy, si sono lasciati. Per non farglielo dire ex abrupto e rendere la cosa in qualche modo “naturale” lo faremo sollecitare da Jenny con una battuta.

JENNY: Hai una faccia… c’è qualcosa che non va? Con me puoi parlare, lo sai.

E a quel punto Dan risponde...

DAN: Vuoi proprio saperlo? Beh, oggi Sandy e io ci siamo lasciati. È finita.

Come vedete, niente di speciale né di troppo complicato. Eppure, è una scena che ci dà almeno quattro possibilità di svolgimento, di diversa lunghezza e con diverse sfumature: A, B, C, D.

Sceneggiatura A:

Vignetta 1) Interno auto, ravvicinata sui due, inquadratura laterale in modo da avere Dan in primo piano per noi, al volante, e Jenny in secondo piano. Jenny si volta verso Dan, lo guarda inarcando un sopracciglio. Dan ha un’aria seria, tiene lo sguardo fisso sulla strada.

JENNY: Hai una faccia… c’è qualcosa che non va? Con me puoi parlare, lo sai.

DAN: Vuoi proprio saperlo? Beh… oggi Sandy e io ci siamo lasciati. È finita.

Messo così, in una sola vignetta, il dialogo ci dice soltanto – aldilà dell’informazione oggettiva della rottura tra Dan e Sandy – che Jenny e Dan sono amici, e c’è un rapporto di confidenza tra i due. E che Dan non è ovviamente contento della rottura, ma non appare esattamente traumatizzato. Se la scena non deve avere un grande peso nel racconto, questa è la soluzione più semplice ed economica.

Se però scindiamo il dialogo in due vignette la sostanza resta uguale, ma il senso della scena cambia. Vediamo come.

Sceneggiatura B:

Vignetta 1) Interno auto, ravvicinata sui due, inquadratura laterale in modo da avere Dan in primo piano per noi, al volante, e Jenny in secondo piano. Jenny si volta verso Dan, lo guarda inarcando un sopracciglio. Dan ha un’aria seria, tiene lo sguardo fisso sulla strada.

JENNY: Hai una faccia… c’è qualcosa che non va? Con me puoi parlare, lo sai…

DAN: Vuoi proprio saperlo? Beh…

Vignetta 2) Soggettiva di Jenny: PP di Dan che si volta leggermente verso di noi, distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada (senza conseguenze: li facciamo viaggiare su un rettilineo!). Ha un’espressione cupa, che noi possiamo accentuare disegnando forti ombre sul suo volto.

DAN: oggi Sandy e io ci siamo lasciati. È finita.

In questo modo, “staccando” la battuta di Dan dalla vignetta precedente e porgendola al lettore con un primo piano, mettiamo l’accento sui sentimenti di Dan, diciamo al lettore che questa separazione ha profondamente ferito il ragazzo.

E ora vediamo la terza soluzione: aggiungendo ancora una vignetta e dividendo la scena in tre strisce orizzontali diamo a questo dialogo una sfumatura ancora diversa e più ambigua.

Sceneggiatura C:

Vignetta 1–2 (striscia) Interno auto, ravvicinata sui due, inquadratura laterale in modo da avere Dan in primo piano per noi, al volante, e Jenny in secondo piano. Jenny si volta verso Dan, lo guarda inarcando un sopracciglio. Dan ha un’aria seria, tiene lo sguardo fisso sulla strada.

JENNY: Hai una faccia… c’è qualcosa che non va? Con me puoi parlare, lo sai…

DAN: Vuoi proprio saperlo? Beh…

Vignetta 3–4 (striscia) Stacchiamo all’esterno dell’auto, in campo medio, quel tanto che basta da distinguere appena Jenny e Dan all’interno (saranno praticamente due silhouettes), o possiamo anche non vederli affatto. Voce di Dan dall’auto.

VOCE DAN: oggi Sandy e io ci siamo lasciati.

Vignetta 5–6 (striscia). Allarghiamo il campo, possiamo carrellare all’indietro o anche “a salire” tipo dolly, facendo apparire l’auto che si allontana da noi come poco più che un puntino sulla highway che taglia la pianura. Dall’auto, ancora la voce di Dan.

VOCE DAN: è finita.

Il fatto di allontanarci “fisicamente” dall’auto, evitando di mostrare l’espressione di Dan, può suggerire due cose. Mostrando il personaggio come “schiacciato” dal paesaggio possiamo suggerire al lettore il suo annientamento. “È finita”, non rimane altro. La tavola potrebbe essere la sequenza finale della storia. Ma in altro contesto – per esempio se abbiamo mostrato precedentemente un’attrazione di Jenny per Dan (o viceversa) – la sequenza può suggerire una certa ambiguità dei sentimenti di Dan. Il fatto di essersi lasciato con Sandy potrebbe dargli il via libera con Jenny. O potrebbe dare il via libera a Jenny.

Se ci interessa quest’ultima situazione possiamo renderla in maniera molto esplicita, incentrando la sequenza su Jenny, cambiando l’inquadratura e (di pochissimo) il dialogo. Non è una soluzione molto elegante, ma narrativamente fa il suo sporco lavoro.

Sceneggiatura D:

Vignetta 1–2 (striscia): frontale su Jenny e Dan, che è al volante (inquadriamo dal parabrezza, praticamente). Dan ha un’espressione cupa. Jenny, con aria annoiata, guarda fuori dal finestrino. Sembra irritata dal “muso” di Dan.

JENNY: Hai una faccia… si può sapere cosa c’è che non va?

Vignetta 2) PP di Dan, frontale: parla senza cambiare espressione, sempre scuro in volto.

DAN: Vuoi proprio saperlo?

Vignetta 3: PP di Jenny, che inarca le sopracciglia stupita e guarda verso Dan con la coda dell’occhio. Da FC alla nostra destra la voce di Dan.

DAN (da FC): Sandy e io ci siamo lasciati.

Vignetta 4: Zoomiamo fino a un PPP – occhi e naso – di Jenny col sopracciglio inarcato.

DAN (da FC): È finita.

Anche il più ottuso dei lettori, a questo punto, avrà capito che Jenny è molto interessata alla notizia di questo “sfidanzamento”.

Possono ovviamente esserci altre possibilità. Se c’è tra voi qualche aspirante sceneggiatore può usare l’esercizio come compito a casa.

Si tratta sempre di scegliere, come disse anche Bob Dylan a un giornalista che gli chiedeva come facesse, con quel repertorio sterminato, a stabilire la scaletta delle canzoni per ogni concerto. His Bobness, che Dio lo benedica, rispose semplicemente: “Le scelgo.”

PS (post editato): gli esempi qua sopra fanno riferimento a un dialogo inventato per l'occasione, che non fa parte di Caravan né di altre sceneggiature. Non esiste, ovviamente, una soluzione "giusta". Esiste quella più opportuna per la storia che volete raccontare.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente molto interessante questa sorta di "pillole di sceneggiatura". Fa capire come nel lavoro di scrittura (non solo di fumetto) ci possa essere tanto lavoro di scelta anche per singole scene.

Bramo

Kromo ha detto...

molto interessante... però non ci hai detto quale hai scelto tu...
:)
ciao K.

Anonimo ha detto...

Molto interessante...non ci dici quale hai scelto...la curiosità cresce sempre più.
micky

MaxBrody ha detto...

Veramente interessante questa lezione di sceneggiatura... questo blog è un motivo in più per seguire la serie ;-)

Ho una domanda: se - poniamo - nella quarta sceneggiatura la prima vignetta fosse come nelle prime tre (quindi non notiamo stizze da parte di jenny e non si accentua la tristezza di Dan), e ci troveremmo a giocare solo sulla sorpresa di Jenny, si perderebbe qualcosa (a livello emotivo, espressivo o che so)?

Michele Medda ha detto...

@MaxBrody: il criterio base che ho seguito è stato rendere la tavola quanto più "autonoma" possibile, in modo che la situazione sia comprensibile anche senza sapere cosa viene prima di questa scena.
Se usi nella versione D la vignetta 1 delle versioni A, B e C noi non avremo indizi sulla situazione interpersonale dei due personaggi.
L'enfasi su Jenny apparirebbe un po' bizzarra, e il lettore percepirebbe semplicemente che Jenny è sbalordita, senza ulteriori implicazioni.
Tieni comunque conto che stiamo parlando di sfumature di interpretazione, e quindi camminiamo su un terreno friabile...

MaxBrody ha detto...

Hai ragione; avevo pensato alla tavola come fosse "pescata" da un albo o da altre tavole. In ogni caso, come dici tu, i confini fra le varie interpretazioni sono labili e, giustamente, ognuno ha il proprio modo di vedere le cose: secondo me, l'enfasi su Jenny - magari un po' attenuata - potrebbe bastare anche in una tavola "autoconclusiva" (lo sguardo serio di Dan e la sopracciglia inarcata di jenny nella 1°vignetta sarebbero due indizi già sufficienti a far intuire i rapporti fra i due, seppur meno marcatamente che nella versione che hai proposto)

Grazie per il chiarimento ;-)