domenica 10 maggio 2009

TRA IL DIRE E NON DIRE

Mentre manca un mese all’uscita in edicola, Caravan è stata presentata a Torino Comics. A parte la mini–intervista “in famiglia” che compare sul sito della SBE, ho già rilasciato una intervista a uBC, una al sito Metronews e l’altra alla rivista Scuola di Fumetto.

Domenica 24 maggio presenterò Caravan alla manifestazione Nuvolette, a Cremona. E se ci sarà tra il pubblico qualcuno che ha già letto almeno una delle interviste suddette, non mi sentirà dire niente di nuovo, inevitabilmente.

Ho cercato di dire il minimo indispensabile per orientare i lettori senza rivelare troppo. O quantomeno, di fare in modo che chi legge le anticipazioni non si crei false aspettative. Spero di avere chiarito che chi leggerà Caravan non deve aspettarsi un susseguirsi frenetico di sparatorie, inseguimenti e duelli all’ultimo sangue. E spero che le copertine siano esplicite in questo senso. Proprio in una precedente intervista a Scuola di Fumetto, più di un anno fa, avevo detto che la serie non avrebbe avuto pistole in copertina.

Intendiamoci, avremmo potuto tranquillamente inserirle, le pistole, e la scelta sarebbe stata del tutto legittima: perché in Caravan le armi compaiono e a volte fanno fuoco, con tutte le inevitabili conseguenze. Tuttavia, i protagonisti di Caravan sono persone normali costretti ad affrontare circostanze straordinarie, ed essendo persone normali non le affrontano necessariamente con la pistola in mano.

A chi, avendo letto i primi albi, mi ha espresso perplessità per il tasso poco elevato di sparatorie, agguati e duelli, ho risposto che ho fiducia nei lettori. Non credo che l’appeal di una serie cresca proporzionalmente al numero dei colpi sparati dai protagonisti.

Siete avvisati: se volete leggere di psicopatici, killer professionisti, poliziotti bastardi, malavitosi figaccioni, assassine ninja con la katana, Caravan non è la serie che fa per voi.

Dopo quindici lunghi anni di spazzatura tarantiniana, non ne posso più di questa roba. E se qualcuno mi viene a parlare di nuàv (il geneve più celebvato nei salotti buoni della lettevatuva), la katana la userò su di lui.

3 commenti:

Vernè ha detto...

http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_11/pakistan_cremonesi_2de6a944-3def-11de-b135-00144f02aabc.shtml
Purtroppo la realtà è veramente sconvolgente...

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

La katana contro il nuàv la offro io. Se la lama poi è ancora affilata, posso fare la festa anche al post-modevno?

Antonio ha detto...

Dopo quindici lunghi anni di spazzatura tarantiniana, non ne posso più di questa roba.vabbe', ma se non ti piace, perche' deve essere necessariamente spazzatura?
Semmai il discorso e' che non dovrebbe essere l'unico modello di entertainment da seguire. Ma questo e un altro discorso, o no?