mercoledì 13 maggio 2009

PARTENDO DA NEST POINT

Nest Point, la cittadina da cui parte l’avventura di Caravan, non esiste. E al momento in cui l’ho “battezzata”, tre anni fa, non sapevo che una Nest Point esistesse (le mie ricerche su Google non avevano dato esito). Invece c’è: non è una città, ma una punta rocciosa nell’isola di Skye, in Scozia. Potete vederne una splendida foto su Flickr, qui.

Quanto alla “nostra” Nest Point, sono stato molto attento a non darle una collocazione geografica precisa. Mi sono limitato a metterla su una costa (mi piaceva l’idea di far disegnare a Roberto De Angelis il mare e un piccolo porto), senza specificare lo Stato.


Fare altrimenti avrebbe significato uscire dalla strada della verosimiglianza per andare a sbattere contro il muro della realtà. Avrei dovuto specificare su quale strada viaggiava la carovana, rappresentare esattamente il tipo di paesaggio, tenere conto delle distanze effettive, degli incroci e via dicendo. Un’impresa impossibile (o forse possibile… con dieci anni di tempo a disposizione).

La Nest Point di Caravan è frutto di un collage di foto di diverse cittadine americane, sapientemente rielaborate da Roberto e da Stefano Raffaele.

E lo stesso vale per le varie cittadine che vedrete raffigurate più avanti nella serie, oltretutto con scene in epoche diverse, il che ha comportato una ricerca di automobili dell’epoca e di una notevole quantità di interni ed esterni. (Per una vignetta il bravo Michele Benevento è andato a ricercarsi la copertina di una rivista del 1992, ma tengo a precisare che non gli ho chiesto io questa meticolosità kubrickiana).

Comunque, visto il lavoro dei disegnatori, mi permetto di essere ottimista. Confido che al nostro occhio di europei l’ambientazione di Caravan risulti efficace. Quanto a eventuali lettori americani, mi limito a sperare che possano trovarla accettabile, o quantomeno non ridicola.

Se non avete mai pensato a come un paese possa sembrare diverso nella rappresentazione fatta da uno straniero (pur documentato e benintenzionato) guardatevi la Sicilia di Francis Ford Coppola nel suo capolavoro Il Padrino e ditemi se assomiglia alla Sicilia che conoscete. O, mi vengono i brividi solo a ripensarci, guardate la Sicilia ricostruita da Michael Cimino nel film Il siciliano.

In ogni modo, tutto ciò era per dirvi che nella realizzazione di una serie “realistica” come Caravan la ricerca della documentazione richiede il suo tempo. Che non è poco. E non è mai sufficiente.

Potreste pensare che internet abbia semplificato il lavoro di ricerca rispetto al passato. Ed è vero, ma solo in parte. Anche se oggi, come si dice, “tutto è a portata di click”, il problema è che sulle centinaia di pagine che ti propone Google quel click non è mai il primo.

Ogni tanto è bene ribadirlo: in un’epoca in cui qualsiasi processo produttivo è il frutto di una combinazione di specializzazioni (pensate alle strutture produttive “a monte” dei videogiochi più sofisticati), fare fumetti è ancora un lavoro artigianale.

E fateci caso: per commentare un fumetto – nel bene e nel male – si parla di “regia” delle scene. Ma dietro un fumetto c’è molto più che “regia”. Non siamo solo gli sceneggiatori e i registi delle nostre storie, perché ci facciamo carico anche della parte non strettamente creativa: siamo i location scouts, siamo gli scenografi, siamo i costumisti, oggi come cinquant’anni fa.

7 commenti:

Vernè ha detto...

Incuriosito dalla bella foto, ho ricercato con "Google Immagini" Nest Point e , oltre a trovare altre stupende immagini della punta rocciosa, ho trovato anche le vignette tratte da "Caravan". Ormai è già entrato di diritto nei motori di ricerca anche il tuo Nest Point...
Condivido il tuo pensiero su Internet. Ci sono troppe pagine di ciarpame che non centrano niente con ciò che credi di trovare, mentre a volte trovi tesori là dove meno te lo aspetti. Spesso opto per la ricerca con le immagini: hai subito la sensazione di beccare la pagina giusta solo osservando la foto.
Bellissima la vignetta di De Angelis del molo del porticciolo della "nostra" (posso già chiamarla così?...) Nest Point. Infonde serenità, pace, tranquillità, con il suo tratto leggero e pulito: un posto da viverci......

Anonimo ha detto...

"...E lo stesso vale per le varie cittadine che vedrete raffigurate più avanti nella serie, oltretutto con scene in epoche diverse..."
Questo mi fa intuire che nella serie potremo trovare dei flashback che mostreranno pseudo-indizi sul fatto che quello che è successo ora a Nest Point possa avere radici nel passato...
La cosa si fa sempre più interessante...

Bramo

Susanna Raule ha detto...

siamo i location scouts, siamo gli scenografi, siamo i costumisti, oggi come cinquant’anni fa.
per non parlare del casting!
sono molto curiosa di leggere il primo numero!

Michele Medda ha detto...

@ Vernè: d'altronde basta pensare a cosa significa "nest"...

@ Bramo: non dirò altro prima dell'uscita dell'albo perché sta diventando complicato dire/non dire, creare curiosità/non creare false aspettative...

@sraule: del casting parlerò dopo l'uscita della serie. Intanto spero che il primo numero porti la curiosità per il secondo, il secondo la curiosità per il terzo, etc. E poi, via, sono solo dodici numeri, la prima mini bonelliana che dura un anno appena...

Vernè ha detto...

Mi spiace che non leggeremo altre chicche anticipatrici/esplicative.
Ma il primo numero si avvicina sempre di più...
Spero che manterrai il contatto con noi anche durante i dodici mesi di pubblicazione.

Mat ha detto...

Prima di tutto: stima crescente per M.M. : Caravan è davvero intrigante e a me piace molto.
Ma a proposito del viaggio (sto spulciando il blog e questa mia curiosità ha senso qui...): i nostri caravanisti viaggiano nel nulla?
Non voglio fare lo spocchioso. Comprendo benissimo la scelta di non situare Nest Point, di impedire le comunicazioni verso l'esterno, di non dichiarare in che direzione si sta andando... però mi da un senso di fastidio sapere che quella gente viaggia per giorni (non oso dire settimane, ma mi sa che ci siamo vicini) e non incontra un cartello indicatore? Nessuno degli abitanti ha la minima idea della direzione presa (ne si fanno supposizioni?)? 50 km l'ora x 10 ore x 10 gg fanno circa la traversata degli Usa... E da "fuori" (parenti, amici, fornitori dei negozi, direttori o dipendenti...) nessuno li cerca? O chi li cerca rimbalza su un muro di gomma invisibile che noi non possiamo nemmeno vedere?
E poi, chi è solo in auto, come fa a guidare per un sacco di ore con pochissime pause, dormendo solo una notte ogni tanto? Caffeina nebulizzata nell'aria?
Sono pronto ad accettare le spiegazioni, se ci saranno, nel fumetto.
Ma mi fa strano che i protagonisti non si domandino nulla di tutto ciò...
Grazie mille (almeno per la pazienza...!)

Michele Medda ha detto...

Mat, ho pensato di inserire cartelli indicatori, ma ovviamente a quel punto il viaggio sarebbe stato "tracciabile" sulle mappe (ho immaginato orde di lettori scatenati che consultavano Google Maps), il che mi avrebbe costretto a una serie di controlli letteralmente impossibili.

Certamente gli abitanti di Nest Point si chiedono dove stanno andando e che cosa c'è intorno a loro, e si stanno organizzando per fare qualcosa. Ma questo lo vedremo più avanti.

Sui tempi della marcia (e delle soste) sono stato volutamente vago. Non è detto poi che la carovana proceda in linea retta. Sicuramente procede su strade secondarie, che è facile controllare con posti di blocco.

Quanto a ciò che accade nel mondo esterno, beh... questo fa parte del mistero che sarà svelato alla fine.